CAP è l’acronimo di codice d’avviamento postale, forma estesa raramente usata in favore delle forma contratta “codice postale”. Il CAP è una serie numerica di cinque cifre che si aggiunge all’indirizzo del destinatario di una spedizione al fine di facilitare l’individuazione del luogo di consegna da parte dei servizi postali. L’uso del CAP è stato introdotto nel 1967 per semplificare lo smistamento della corrispondenza e far così fronte al crescente volume postale. Una copia della guida CAP nella prima edizione è visibile nella foto sottostante.
Storia dei CAP
L’istituzione dei CAP risale al 1944 quando il ministro delle poste Siciliani tentò di imporne l’uso per i primi 5 più grandi capoluoghi di provincia: Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Tuttavia l’utilizzo del CAP restò assai trascurato per ignoranza venendo frequentemente tralasciato o sostituito con il codice postale generico della città. Solo nel 1967 i CAP divennero obbligatori ed estesi all’intero territorio nazionale come strumento atto a facilitare il recapito della corrispondenza vista anche la crescente mole degli invii postali.
Codici postali inutilizzati
Essendo la prima cifra del CAP associata a una delle 10 regioni postali (vedi immagine sotto) e comprendendo qualche regione un numero di province a volte inferiore a 10, si verifica che sebbene le province siano oltre cento, non tutti i codici sono stati utilizzati, infatti sono ancora in attesa di essere usati i potenziali CAP inizianti per 49, 68, 69, 77, 78, 79 e 99. Recentemente il 59 è stato attribuito alla provincia di Prato e il 76 a quella di Barletta-Andria-Trani.
I CAP generici
I codici postali sono stati riformati nel settembre 2006, tra le novità più importanti spicca l’abolizione del CAP unico o generico per i comuni con zone postali (ad esempio 20100 per Milano) che veniva ultimamente utilizzato solo per trascuratezza o per le spedizioni destinate alle grandi utenze. I comuni più grandi erano infatti già suddivisi in zone postali e quindi avevano più CAP che corrispondevano approssimativamente a quartieri o aree urbane. I comuni italiani con i CAP diversificati per via e numero civico sono in tutto 41. Dunque per questi comuni non va usato il codice postale generico, ma sempre quello associato all’indirizzo del destinatario.
Come scrivere il CAP sulle spedizioni
La scrittura corretta dell’indirizzo del destinatario permette un recapito più celere, in quanto consente lo smistamento automatico per mezzo della lettura ottica dei Centri di Meccanizzazione Postale. Di seguito forniamo un esempio di compilazione generica destinata:
Destinatario
(ulteriori informazioni sul destinatario: C.A. Marco Bianchi)
(informazioni sull’edificio: scala 3)
Strada e numero civico (o in alternativa la casella postale)
CAP – Località
Italia (solo spedendo dall’estero)
La seconda e la terza riga sono opzionali. Nel caso in cui il destinatario sia titolare di una casella postale deve essere indicato il CAP del relativo ufficio postale.
I codici postali all’estero
Nel 1941 la Germania nazista divenne il primo stato al mondo ad adottare i codici postali, seguita a distanza dal Regno Unito che istituì i Postal Codes nel 1959, dagli Stati Uniti d’America con i ZIP Codes nel 1963, mentre i numeri postali di avviamento (NPA) vigono in Svizzera dal 1964. 120 su 190 stati membri dell’Unione Postale Universale usano i codici postali.
Casi eccezionali di codice postale
In rari casi può capitare che un codice postale non corrisponda ad un’area geografica ma ad un indirizzo particolare, governativo o commerciale, disposto alla ricezione di una grande mole di posta.
Per approfondire puoi leggere Codice d’avviamento postale.
Per cercare i CAP di tutta Italia vai a Cap.
Di seguito il collegamento diretto alla ricerca del codice postale delle vie delle principali città italiane: